In attesa che qualche estimatore titolato e profondamente motivato si accinga a scrivere una sua degna biografia propongo l’immagine che egli da di sé usando le parole che fa pronunciare al “narratore” del suo romanzo "Sirene" per descrivere il protagonista pittore veneziano.
"...la sua vera essenza non era quella che mostrava quando si presentava brillante e caustico nella vita quotidiana, non era neppure quella drammaticamente intensa rappresentata dai suoi quadri, e forse non era neppure quella lacerante che ha lasciato nei suoi scritti.
In ogni caso mi rifiuto di credere che la sua verità fosse quella che ha vissuto nel segreto del suo tormentarsi. Se così fosse, perché mai dovremmo continuare a fingere di essere umani?" (P.P.)
Ed io che ho condiviso gli ultimi 25 anni della sua vita posso solo aggiungere che la sua fu certamente una vita di intenso impegno intellettuale, artistico, sociale e politico ma anche che la quotidianità con lui era come un’avventura permeata da un grande senso dell’umorismo, da una profonda affettività vissuta con allegra e vivace ironia. (F.L.)