1982 Venezia Lido Gi&Gi - Paolo Pennisi

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1982 Venezia Lido Gi&Gi

(Estratto dal catalogo)

SALA DI COMPENSAZIONE,
OVVERO DEI SENTIMENTI
O DEL SENTIRE,
FORSE DELLA DEBOLEZZA
O MEGLIO
DELLA DEMOCRAZIA,
OVVERO DELL'INGIUSTIZIA
DELLA COMUNICAZIONE
DELL'AMORE



CRISYS / DOCUMENTO

Avere le idee chiare, sapere quale deve essere, e può essere, il rapporto tra sé e gli altri, non saperlo come dire, quella disperazione innamorata di sé, della verità, di qualcosa da dire, sapere ciò che si deve dire, ma come (c'è un problema di stile), e perché, tra l'angoscia e l'inquietudine, l'angoscia che ti da voglia di fare, di uscirne lacerando, di battersi, di soffrire, i pezzi di vita tuoi e degli altri, e l'altra che impedisce di lavorare, lascia incerti, insoddisfatti, ma fa vivere e puoi fare tutto il resto, leggere, capire gli altri, occuparsi di altri, degli altri, dividere in due, quello che si capisce e si può capire e quello che ti fa capire, che parla o deve parlare degli altri per te, agli altri di te, la crisi, una parte, le realtà, una di qua e uno di là, una prima una dopo, una mai, questo lo capisci, questo non sa e non sai, e tutto insieme. Crisi come dinamica, l'inspiegabile, crisi per conoscere, per paura di provare, cercare per rappresentare, strumento per il nulla, crisi come ideologia. Poi ti arrendi, devi pure respirare, costruire un oggetto come sempre, documentare come speranza di esperienza, come ricerca di una prova che le cose stanno proprio così e non altrimenti, convinzione di vivere, necessità di vivere, di fingere, se poi ci si innamora tanto peggio, se poi si vuole fare e la macchina della realtà si mette in moto ti chiede preme vuole desidera costringe obbliga, cresce come un caso di coscienza, cammina come un rimorso, tutto come realtà, trasformato in realtà, realismo, cosa che è, si tocca, e io? che fare di me, chi si occupa di me, innamorarsi che follia, esserci come documento o documentazione che ci sei stato, il documento lo devi fare, non della crisi, ma se tu ci sei, e come ci sei, se non sei documento sei crisi, cè poco da fare.

PER TE

Se potessi vendere i sogni ti venderei
per la mia libertà,
cercherei i tuoi semi goloso
per bagnarti di segni gentili,
se fossi attento
e sereno
andrei intorno
in tondo
ai corpuscoli
negri di lucea trafiggermi
d'amore,
se tu potessi
penetrarmi di sorpresa,
subito,
mi venderesti
per la tua libertà.

QUALCOSA

Cerco di dirti qualcosa,
la luce sfianca ogni desiderio
spegnendo
doratai respiri attutiti
delle case
delle torri senza storia,
tra le finestre di legno
i vetri smerigliati in oro
del sole
che striscia
riflessi sconvolti
vedi?
cerco di dirti
qualcosa,
l'angelo farfalla
brilla sul vertice
enciclopedico
dei tetti infiniti,
nell'orizzonte immerso
che tremola
il miraggio
della pietrificazione
degli uomini
cerco di dirti
qualcosa,
che ti voglio.

COMPLEANNO

Sorridi e tremo,
cammini e ti guardo,
ti volti
e non ci sei più,
volano le vesti
e non so pensare,
mi guardi
e ho paura,
dove sei?
e sto bene,
parlo, parlo molto
e mi svuoto
come una canna di fucile
un tubo di fogna,
il cielo annota
le ultime diciture di luce
le gabbie degli alberi
strusciano
nei tubetti di colore magro,
la gente è tanta
si cuce addosso curiosità,
da qualche parte ci sei,
fili d'imbiancato tempo tra fili scuri,
capelli sottili
a dirmi
da lontano
dal non si sa dove
che la festa degli altri
è anche tua.

VACANZA

Qualche mattino si alza
che mi domando
e mi chiede
chi sei,
si penombra il mondo
mentre tinge le ombre
l'orizzonte
al cielo,
il celeste trasparito
scola all'afa che invecchia
grigina,
gli occhi serrano.
inquietudine,
si naviga,
stomaco e il ventre
si domandano, intanto il cervello
scivolato
nel midollo molle
senza pensieri
della cera vergine
di Medardo Rosso,
cervello
come un sesso affamato
di sangue
irrigidisce i sentimenti,
stomaco e il ventre
pensano,
cervello
non sa più governare
arreso
alla paura di perderti.
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