1963 Venezia - Paolo Pennisi

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1963 Venezia

(Estratto dal catalogo)

Un'altra volta assieme per una presunzione di continuare ciò che da due anni andiamo facendo con le nostre pitture. Sempre più avvertiamo l'obbligo ad onestà, chiarezza, coerenza e verità. Per noi è onestà rifiutare ogni facile elemento informale ed astratto; è chiarezza solidificare e riproporre la necessità ad obblighi formali e contenutistici; è coerenza e verità affrontare il tema della figurazione per creazioni di significati umani.

Per Pennisi sarà esasperazione di vita per un linguaggio serrato di solide forme.

"Cerco la polemica delle parole, non dei fatti, io posso essere polemico, il quadro è risoluzione. Voglio essere responsabile, avere la forza di creare il mio tempo e non di viverlo soltanto. Nasce così il mio uomo morale più che fisico, anima rivelata dai corpi nella brevità, nella rozzezza delle proporzioni, frammenti della perfezione divina dell'anima chiusa all'intelligenza d'amore e della virtù naturale solo e soprattutto espressione di rabbrividente indifferenza e di cieca e comune idiozia. Vorrei conoscere la coscienza di ogni uomo ma mi si mostra solo l'esistere amorfo e amorale di una massa che è nella vita solo come oggetto di rappresentazione. Ed è sarcasmo e rabbia non per deridere e condannare ma per pungolo alla verità".


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