Poi, d'improvviso, ascoltando questa estate il concerto n. 9 di Vivaldi, mi «riconobbi», ebbi la risposta del perché, da qualche anno, la voglia di creare si era legata alla sola, quasi ossessiva, ripetizione di un unico soggetto, elaborato in differenti maniere. Il concerto si avvaleva della tecnica esecutiva detta «perfidia», «una esasperazione, un rifare sempre la stessa immagine, un seguire sempre lo stesso progetto, un riproporre lo stesso movimento.»(1)
Recensione da "Il Gazzettino" di Enzo De Martino
Piccole immagini, quasi delle figurine, realizzate con carte, collages, riporti, fili cuciti (una pietà, un Cristo, una donna, un impiccato) ripetute a volte ossessivamente con variazioni di colori e di dettagli che solo le dichiarazioni in catalogo riescono a rendere in qualche maniera leggibili nelle intenzioni. Una operazione mentale e autoriflessiva piuttosto che estetica (a parte l'ironia delle preziose piccole cornici) che poteva forse essere più adeguatamente proposta in una pubblicazione.
(1) Sebastien De Brossard: Dictionnaire de Musique 1703.